In occasione del “Giorno del ricordo”, il Sindaco di Sant’Antioco e la Dirigente Scolastica dell’Istituto Globale Sant’Antioco, presiederanno alla cerimonia commemorativa che avrà luogo lunedì 10 febbraio 2025, alle ore 11:00. La cerimonia si svolgerà presso il Liceo cittadino “Emilio Lussu” in Via Bolzano. Nel corso dell’evento, il Prefetto di Cagliari consegnerà due distinzioni onorifiche concesse, alla memoria dal Presidente della Repubblica, ai congiunti del Sig. Andrea Serra, deceduto e infoibato. Il Giorno del ricordo è una commemorazione civile nazionale italiana, che viene celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004, vuole "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale". Al Giorno del ricordo, che si celebra unitamente agli istituti scolaci e all'associazione profughi giuliani, è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale tra l'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'entrata in vigore dell'armistizio, sino il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace e nell'immediato dopoguerra. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di Parigi, che assegnava alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e la maggior parte della Venezia Giulia, in precedenza facenti parte dell'Italia. Il trattato di pace dette la stura ad uno scatenarsi in quelle terre, nell'autunno del 1943, di un'ondata di cieca violenza da parte dei partigiani titini dove si intrecciarono "giustizialismo sommario e tumultuoso, parossismo nazionalista, rivalse sociali e un disegno di sradicamento" della presenza italiana da quella che era, e cessò di essere, la Venezia Giulia. Vi fu dunque un moto di odio e di furia sanguinaria, in un disegno annessionistico slavo e che assunse i sinistri contorni di una "pulizia etnica" che fu camufatta col gettare e nascondere i caduti in profonde cavità carsiche conosciute cone "Foibe". Una situazione che provocò un'ondata di esuli nel territorio italiano cercarono rifugio nel territorio italiano che ritenevano la loro patria. In Sardegna centinaia di famiglie di profughi raggiunse la Sardegna stabilendosi ad Arborea integrandosi nel territorio dove ancora oggi vive una numerosa comunità.
Tito Siddi
foto web