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Fri, Oct

Il vangelo dell settimana. XXVI Domenica ordinaria (anno liturgico B)

Il Vangelo della Domenica
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I simboli e i distintivi indicano l’appartenenza ma non garantiscono alla persona bontà e onestà Potrebbe capitare anche a noi di avere l’atteggiamento errato dell’evangelista Giovanni e di Giosuè di dare eccessiva importanza al distintivo della persona anziché all’operato della persona in quanto tale. La verità e il bene invece vanno riconosciuti ed accolti sempre, al di sopra di qualsiasi provenienza e distintivo. Chi comunica verità, chi aiuta i bisognosi, chi sostiene i deboli, chi conforta i disperati, chi esercita l’accoglienza, chi promuove l’amicizia e la pace, costui opera bene e fa progredire la società, è un benefattore dell’umanità; e, se ateo, anche a sua insaputa, lavora con Dio e Dio con lui. Guai invece a chi fa del male agli altri, specie se indifesi. Al bene e alla verità nulla va anteposto. Ad esempio non si può anteporre un proprio familiare alla verità e alla giustizia; non è lecito testimoniare il falso in difesa di una persona cara, fosse anche il papà o la mamma. Gesù, perché non ci siano equivoci, giunge a dire come paradosso che se con la mia mano dovessi fare del male sarebbe stato meglio che io fossi monco e vivere bene. I Santi sono amati e venerati, perché hanno amato, han fatto bene ogni cosa e spingono al bene credenti e non credenti. In quest’ultima Domenica di Settembre, a Frosinone si celebra la grande festa di San Gerardo Maiella redentorista. Gerardo riunisce tanti suoi devoti, perché è stato appassionatamente innamorato di Gesù e del prossimo. Ha voluto bene ed ha fatto del bene a tutti, sani ed ammalati, buoni e peccatori, laici, sacerdoti, suore. “Io, diceva, amerò tutti e mi adopererò per la salvezza di tutti, con l’intensità con cui amerei una persona se essa fosse l’unica al mondo”. Gerardo diceva ancora: io me la scialo nell’immensità del mio caro Dio. Che insegnamenti …, quale esempio! Vogliamo vivere a questa scuola e pregare così: Signore Gesù, effondi il tuo spirito su di noi perché a tutti i popoli della terra con le parole e con le opere possiamo annunciare le meraviglie del tuo amore.

Nicola Fiscante, sacerdote redentorista, Francavilla al Mare