Una novena rivista recentemente ha fatto da apripista alla festa più importante che si celebra a Sant'Antioco. Dedicata al suo patrono Sant'Antioco Martire riconosciuto da bolla papale, non solo protettore della città Sulcitana ma anche patrono della Diocesi ma e dell'intera Sardegna. Un Santo importante in quanto patrono anche della diocesi di Ozieri e di molte altre cittadine isolane ma venerato anche all'estero. Una sagra quest'anno giunta alla 665ª edizione, dove tradizione tra sacro e profano ha caratterizzato uno delle più importanti testimonianze di fede e devozione delle genti sarde nel quadro dei grandi eventi identitari riconosciuti della Regione. Novità importante di questa edizione della Sagra è stata la "novena". Racchiusa in opuscolo, dopo una breve introduzione dell'attuale Rettore della Basilica don Mario Riu illustra la vita e i miracoli del santo taumaturgo, ne racconta il processo, la condanna ai lavori forzati e l'esilio nel Sulcis impostogli dall'imperatore Adriano dopo numerosi tentativi e torture eseguite nell'intento di farlo abiurare. Fanno seguito le preghiere da recitare nei giorni dedicati alla novena, come avvenuto nei nove giorni antecedenti la festa e i "coggius" particolari canti in sardo in onore del Santo Patrono in cui si esaltano e doti taumaturghe di Antioco e ne invocano la protezione. Infine il nuovo tabernacolo che trova posto nella parte della Basilica a fianco dell'abside chiamato "Su Staieddu", ha la foggia di un tempietto che ricorda lo stile dell'arte sacra del XVIII - secolo ma con linee più sobrie. La parte che deve conservare e proteggere le particole consacrate è sorretto da colonne in marmo rosso, a significare il sangue versato da Cristo e dai martiri e il fuoco dello Spirito Santo, con base e capitello in ottone dorato che simboleggia la regalità del Santissimo Sacramento e la luce divina. Al centro del timpano di ogni frontone vi è posta una croce mentre ad abbellirlo ai lati spiccano due teste di angioletti speculari in marmo bianco di Carrara che indicano la purezza e il mistero di Gesù risorto. La sagra com ormai tradizione da anni ha preso avvio il venerdì con il convegno che quest'anno aveva per tema “L’abbigliamento popolare e le Traccas nelle processioni religiose” tenutosi in aula consiliare venerdì 12 aprile che ha dato il via ufficialmente alla 665/ma Sagra di Sant'Antioco Martire che si snodata in cinque giorni i festa tra sacro e profano. In mattinata, è stato presentato, sempre in aula consiliare, il Travel Book dedicato alla città di Sant’Antioco, curato dalla giornalista Silvia Ugolotti. Nel pomeriggio, invece si è svolto il tradizionale corteo de Is cocois de su Santu. Le donne, in abito tradizionale, sono state le protagoniste di un rito molto sentito che vuole ricordare un fatto avvenuto durante la seconda guerra mondiale. Una mamma aspettava che il figlio tornasse sano e salvo dalla guerra. Si rivolse così, con un'accorata preghiera, il santo protettore delle genti sarde implorandone la grazia e promettendo che se ciò fosse avvenuto di offrire al Santo il pane fatto in casa, unica risorsa di cui potesse disporre. Cosi ogni anno un gruppo di donne si impegna a mantenere viva la promessa forgiando, come opere d'arte, pregiati coccois che vengono poi appoggiati ai piedi del simulacro del Santo mentre, dopo la funzione sacra il pane benedetto viene distribuito ai fedeli. Il corteo partito dalla chiesa di Santa Maria Goretti ha attraversato tra una folla di appassionati delle tradizioni assiepati sui marciapiedi, il centro cittadino sino alla Basilica dedicata al Martire sulcitano, dove si è svolto il sacro rito. Nel tardo pomeriggio poi spazio alla musica e allo svago. Sul palco allestito in piazza Ferralasco si svolto il concerto di Dargen D’Amico con contorno di esibizione di gruppi e dj locali, che hanno letteralmente invaso lo spazio pubblico del lungomare a cui hanno fatto seguito nei giorni successivi da altri appuntamenti musicali molto apprezzati dal pubblico accorso numeroso. Sempre in piazza Ferralasco è stato inaugurato anche il villaggio Food Music experience con tante proposte enogastronomiche con ampio spazio al Carignano, l'aprezzato il vino di produzione locale. La domenica invece spazio alle Traccas. Con una sfilata attraverso le principali vie cittadine dei tipici sistemi di locomozione, trainati da gioghi di buoi, che anticipando i moderni caravan consentivano di spostarsi alle genti e famiglie sarde. La sfilata delle traccas intende ricordare Il 18 marzo del 1615, quando una delegazione inviata a Sulci per la ricerca del corpo del Santo entrò nella catacomba dove il Santo morì e andarono verso il luogo dove da sempre si diceva fosse la tomba del Santo. All'entrata della stessa catacomba a forma di cappella con sei colonne, trovarono un sarcofago di marmo posto sopra un altare trovandovi una lapide con all'interno il corpo riconosciuto come quello del Glorioso martire, la testa corrispondeva al punto della lapide in cui erano scritte le parole: BEATI SANCTI ANTHIOCI. La notizia fece il giro della Sardegna e tantissimi fedeli raggiunsero l'isola sulcitana con ogni mezzo per rendere omaggio con devozione e fede al ritrovamento. Ma anche il concorso "S’Arruga Po Su Santu", che premierà i cittadini della strada che manifesterà maggior devozione a Sant'Antioco con arredi e addobbi floreali e gli immancabili fuochi d'artificio che quest'anno avuto qualche problema. Come ogni anno sensazioni uniche di fede e devozione regaleranno ai fedeli sensazioni uniche che solo la Festa del nostro Patrono sa infondere. Ma il giorno più importante della festa è stato lunedì 15 aprile con stata la solenne processione che ha chiuso con un grande atto di amore e di fede la 665/ma festa in onore del martire sulcitano. Dopo la Santa Messa cantata presieduta nella Basilica del V secolo dall'amministratore della diocesi di Iglesias il cardinale Arrigo Miglio, insieme al capitolo diocesano, diversi sacerdoti del territorio e importanti delegazioni delle diocesi di Iglesias e Ozieri. Una cerimonia arricchita impreziosita dai canti del coro della Basilica. "La figura di Sant'Antioco- ha sottolineato il cardinale Arrigo Miglio nell'omelia, ricordando i tanti emigranti e la crisi economica del territorio e della Sardegna nel sottolineare che senza lavoro e stipendio l'uomo perde la sua dignità- ci insegna ancora dopo tanti secoli come dobbiamo vivere la via in Cristo>. Il corteo sacro con la teca delle reliquie del martire e l'imponente statua del martire, con al seguito il cardinale Miglio, i parroci delle parrocchie cittadine, dal rettore della Basilica, da tanti sacerdoti, dalla giunta comunale, dai sindaci dei comuni del territorio e dei paesi che condividono il culto per il Santo e dalle autorità religiose, civili e militari. A fargli ala una innumerevole folla tra residenti, visitatori e turisti hanno affollato la città nei tre giorni della sagra ed in particolar modo per la tradizionale e solenne processione in costume. Ad accompagnarlo in tutto il tragitto, chiuso con il rientro in basilica dove sul sagrato il cardinale ha dato ai presenti la benedizione spostolica , un corteo imponente formato da 60 cavalieri ed amazzoni in costume tradizionale seguiti da oltre una trentina di gruppi folk giunti da tutte le provincie della Sardegna, la banda musicale e suonatori di launeddas. La sagra quest'anno è stata così veramente “festa Manna” che ha offerto tutto il suo splendore di fede, devozione e tradizione. Per tre giorni è stato un flusso continuo di forestieri che hanno superato il ponte di accesso all'isola per assistere ai festeggiamenti attirati anche dalle manifestazioni civili organizzati dall'Amministrazione comunale a cui si è aggiunto l'impegno dei funzionari comunali, delle numerose associazioni, Barracelli, protezione civile operanti in città e nel territorio. <Grazie a tutti, grazie ha chi ha reso onore al Santo Patrono della Sardegna- ha detto il sindaco Ignazio Locci- Grazie a chi ha reso possibile tutto questo: dal Comune alla chiesa ai volontari. Senza il loro impegno - ha concluso il sindaco- non sarebbe stata possibile "Sa Festa Manna, da 665 anni è nel cuore dei sardi>. Il sindaco di Iglesias Mauro Usai ha invece affermato che la sagra di Sant'Antioco Martire è un’importante testimonianza che impreziosisce il "cammino di Santa Barbara" e lo stesso "cammino di Sant'Antioco. Il rettore della basilica don Mario Riu nel ringraziare autorità, presenti e chi ha lavorato per la sua riuscita, ha detto che la sagra di Sant'Antioco Martire negli anni "stia diventando sempre più importante per la fede che riesce ad esprimere".
Sant'Antioco. La 665/ma sagra di Sant'Antioco Martire incassa un ulteriore successo. In tre giorni la città ha ospitato una miriade di visitatori
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