La Sardegna ha sicuramente bisogno di un nuovo piano per l'accoglienza dei profughi, ma Governo e Regione sono sulla strada sbagliata. Quanto deliberato ieri a Roma nell'incontro istituzionale dedicato al tema, creerà ulteriori problemi, alimentando il business che si cela dietro l’“accoglienza”, senza garantire adeguate misure per l’inserimento dei profughi nella comunità. È bene sin da subito chiarire che la nostra Terra ha il dovere morale di dare sostegno ai profughi, perché appartiene alla nostra cultura ed è un principio al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare. Ma la domanda è: quanti di questi sono realmente profughi? È evidente che, considerati i tempi della Giustizia italiana (che impiega anche due anni per accertarne lo status), dare una risposta appare quantomeno difficile. E al riguardo si avverte l’assenza di una politica europea per distinguere e gestire i flussi migratori. Innanzitutto, dunque, occorre che il Governo si attivi per accelerare le procedure di riconoscimento, dando il giusto peso al problema. Quello che appare manifesto ai sardi, a proposito di Europa, è che stiamo accettando passivamente, quasi subendo, le scelte deliberate altrove. Perché? Perché la Regione sta evidentemente prendendo sottogamba la questione migranti, abbandonando i Comuni di fronte al colosso Europa. Non si capisce, infatti, perché il Presidente Francesco Pigliaru non curi il problema personalmente, anziché delegare Angela Quaquero, presidente dell’Ordine degli psicologi. Per quale ragione, di fronte ad un argomento così delicato, deve essere un tecnico militante del Pd a occuparsene? Noi pretendiamo che si spenda in prima persona il Governatore, evitando di lavarsene le mani. Delegare è troppo facile, sa tanto di atteggiamento irrispettoso. Entrando nel merito del piano per l’accoglienza dei profughi, è necessario fare alcune precisazioni, che evidentemente sfuggono ai nostri rappresentanti. Nel piano si prevede che ogni Comune potrà, su base volontaria, accogliere con una quota pari al 2,53 per mille abitanti. A parte che risulta risibile la cifra 2,53 (avrebbero fatto meglio a indicare direttamente 3), mi chiedo se la Quaquero abbia fatto i conti, visto che ha mostrato un certo entusiasmo. Alla Sardegna spetterebbero, infatti, circa 45 mila migranti. Una cifra insostenibile, sia per l’assenza delle strutture, sia perché tra quelle esistenti non tutte possiedono i requisiti stabiliti dal Prefetto. Ma non importa a nessuno perché nessuno controlla il rispetto di detti parametri. E ancora: in che modo pensano di garantire l'inclusione post accoglienza casa-scuola-lavoro? Con quali strumenti? Nel piano il tutto appare fumoso. In conclusione, Francesco Pigliaru deve metterci la faccia, accogliendo anche le richieste dell’Anci regionale, che certamente non è così entusiasta come la Quaquero. I Comuni hanno bisogno di una guida forte e autorevole, non già di un tecnico. Con tutto il rispetto, naturalmente.
Ignazio Locci
Consigliere regionale Forza Italia Sardegna