Ad Oristano, nuovo prolungamento nel segno dell'arte contemporanea per il ventiseiesimo festival Dromos: per una mostra che ha chiuso i battenti alcuni weekend fa, l'esposizione collettiva "Fu**king change, così giusto, così sbagliato",un'altra opportunita culturale è stata inaugurata infatti sempre nei ritrovati spazi del Foro Boario, per restare aperta, anche in questo caso, per tre mesi, fino al prossimo 19 gennaio.
Curata da Ivo Serafino Fenu e promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano in collaborazione con la Fondazione Oristano e la Fondazione Mont'e Prama, si intitola "KOLOSSÒI. Pastorello nell'Isola dei Giganti": un titolo volutamente ambiguo e depistante, come già nel caso della precedente mostra "Fu**king change, così giusto, così sbagliato", «perché ambigua e depistante è la dimensione poetica e la narrazione proposta dal sassarese Giovanni Manunta, in arte Pastorello, uno tra gli artisti più capaci e determinanti del panorama artistico contemporaneo che la Sardegna sia riuscita a proporre negli ultimi decenni», spiega il curatore Ivo Serafino Fenu; «I colossi, viceversa, non possono non far pensare alla felice e insuperata definizione con la quale l'archeologo Giovanni Lilliu definì le statue monumentali ritrovate nel sito di Mont'e Prama e oggi, più banalmente, definite Giganti».
Pastorello rende omaggio a queste statue e allo stesso Lilliu, esplorando l'accezione etimologica del termine "kolossòi", evitando una semplice celebrazione delle statue di Cabras, per presentare invece una visione metafisica e metastorica di un'isola popolata da giganti, creature feroci, alberi ancestrali, paesaggi pre e post-umani. Mondi sempre in evoluzione, abitati da figure seduttive e fatali, una sorta di "trappola visiva" creata da un artista che ha fatto della pittura la sua ragione di vita.
Ambigua e depistante, l'arte di Pastorello è ricca di riferimenti culturali impliciti, che spaziano dal Rinascimento nordico a visioni apocalittiche e virtuali: per lui «la pittura è pittura. La pittura è innaturale, contro natura, ma è nel mondo. Non è soprannaturale, lo lascia intendere, promette e non mantiene: inganna». Pittore puro, nelle sue opere Pastorello non trasmette messaggi oltre alla pratica pittorica stessa, creando paesaggi metaforici del processo creativo, che risultano ambigui e autoreferenziali. «Paesaggi come metafore del processo creativo in sé assoluto e intangibile», osserva Ivo Serafino Fenu, «sì da far dire all'artista: "la pittura avvicina il soprannaturale alla natura: è l'ultima manifestazione del metafisico, naturale e innaturale non sono del tutto opposti, in quanto fanno parte di questo mondo il loro vero opposto è il soprannaturale"». La mostra è la più ampia dedicata a Pastorello, con oltre sessanta lavori dell'artista sassarese, molti dei quali inediti, alcuni provenienti dalla Collezione Giuseppe Demara, dalla Collezione Nicola Cocco e dalla Collezione Roberto Pisano. Tra le opere esposte, una monumentale installazione, realizzata in collaborazione con il ceramista Salvatore Farci e lo Studio K&P (Giovanni Manunta, Gabriele Moretti, Salvatore Piroddi e Giuseppe Tavera), che svela il significato nascosto del titolo. "Kolossòi" è un viaggio nell'universo artistico di Pastorello, un viaggio dove il confine tra mito e realtà si sfuma, «nel quale passare dalle vicissitudini di Odisseo a quelle di Gulliver è un attimo, nella quale i rapporti di forza e financo quelli proporzionali divengono relativi e precari», sottolinea ancora Ivo Serafino Fenu, «perché è tutto un attimo anche vedersi trasformare da Polifemo in abitanti di Lilliput: quasi un monito per coloro che, convinti di abitare in un'Isola di Giganti, si sono scoperti minuscoli e fragili, o dei Don Quijote davanti ai mastodonti del vento e alla loro protervia».
Fortemente voluta dall'assessore alla Cultura del Comune di Oristano Luca Faedda per riaffermare il Foro Boario come punto di riferimento per l'arte contemporanea non solo per la città ma per tutta la Sardegna, la mostra "KOLOSSÒI. Pastorello nell'Isola dei Giganti" sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il biglietto d'ingresso costa 5 euro.
«La mostra inaugura un'importante collaborazione tra il Comune di Oristano, la Fondazione Oristano e la Fondazione Mont'e Prama» sottolineano l'Assessore Luca Faedda e i Presidenti della Fondazione Mont'e Prama Anthony Muroni e della Fondazione Oristano Carlo Cuccu: «Se da un lato è inevitabile la suggestione dell'accostamento dei temi proposti dalla mostra di Pastorello alle immagini evocate dai Giganti di Mont'e Prama, dall'altro si potrà usufruire di una promozione per poter visitare l'esposizione del Foro Boario e quella nel museo di Cabras con un ticket abbinato a prezzo scontato. È una forma di promozione culturale territoriale frutto di una collaborazione che intendiamo ripetere in futuro. Le occasioni per sviluppare sinergie non mancano a cominciare dalla prossima Sartiglia».
Oristano. L'arte contemporanea ancora protagonista in appendice al festival Dromos con la mostra "KOLOSSÒI. Pastorello nell'Isola dei Giganti".
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