La Dies Natalis: la terza festa annuale in onore di Sant'Antioco Martire, che è stata celebrata il 13 novembre scorso, giorno in cui la tradizione colloca il trapasso alla vita eterna del martire sulcitano avvenuto per martirio nel 127 dc. Una ricorrenza importante in quanto è la ricorrenza in cui al liturgia cristiana celebra non la morte del corpo ma la nascita dell'anima in cielo. Quest'anno, per iniziativa del rettore della Basilica don Mario Riu, la ricorrenza si è fatta in tre. Oltre la processione che si è svolta dopo alcuni anni di fermo a causa della pandemia la giornata è stata anche occasione della benedizione durante la celebrazione della Santa Messa solenne,di un nuovo tabernacolo fatto realizzare e donato alla Basilica da una famiglia di Sant'Antioco, infine la presentazione di una nuova edizione della Novena dedica al martire. La processione partendo dalla Basilica si è snodata con un itinerario inedito <che negli anni prossimi ha spiegato Don Riu- potrebbe anche avere delle varianti di percorso per portare il simulacro alla venerazione di un numero sempre maggiore di fedeli e in luoghi diversi da quelli contemplati dalle processioni tradizionali>. Quest'anno il corteo con il simulacro e reliquie condotte a spalla dai "portatori" in abito tradizionale, è stato molto suggestivo con la presenza del rinnovato gruppo folk della Basilica. Ha percorso via Borgo Solci, Petrarca, Trilussa e dopo aver costeggiato le così dette "case gialle" è rientrato in Basilica percorrendo via Matteotti e via Calasetta. Ad attendere il simulacro e reliquie del santo hanno sostato sui marciapiedi molti ammalati e fedeli. "segno dell'attaccamento dei fedeli al loro protettore, ha sottolineato il parroco, della Provvidenza Divina e intercessione del santo Patrono che ha dato la possibilità di riproporla". Altro momento importante del ricorrenza è stata la presentazione della "novena" che rinnova e adegua la prima edizione di alcuni decenni fa per volere dell'allora parroco don Demetrio Pinna. L'opuscolo di circa 50 pagine, dopo una breve introduzione dell'attuale Rettore della Basilica illustra la vita e i miracoli del santo taumaturgo, ne racconta il processo, la condanna ai lavori forzati e l'esilio nel Sulcis impostogli dall'imperatore Adriano dopo numerosi tentativi e torture eseguite nell'intento di farlo abiurare.. Seguono le preghiere da recitare nei giorni dedicati alla novena, i "coggius" particolari canti in sardo in onore del Santo Patrono in cui si esaltano e doti taumaturghe di Antioco e ne invocano la protezione. Infine il nuovo tabernacolo che trova posto nella parte della Basilica a fianco dell'abside chiamato "Su Staieddu", ha la foggia di un tempietto che ricorda lo stile dell'arte sacra del XVIII - secolo ma con linee più sobrie. La parte che deve conservare e proteggere le particole consacrate è sorretto da colonne in marmo rosso, a significare il sangue versato da Cristo e dai martiri e il fuoco dello Spirito Santo, con base e capitello in ottone dorato che simboleggia la regalità del Santissimo Sacramento e la luce divina. Al centro del timpano di ogni frontone vi è posta una croce mentre ad abbellirlo ai lati spiccano due teste di angioletti speculari in marmo bianco di Carrara che indica la purezza e il mistero di Gesù risorto. <simboli- spiega don Riu- che potranno essere anche sostituiti con altri scelti dai fedeli>. La porticina di ingresso del "tempietto" è posta al centro di un arco con gradini in marmo bianco degradanti verso l’interno del tempietto dove è stata collocata una lastra in marmo rosso, che funge da pavimento, intarsiata col simbolo del Cristo, la X e la P sovrapposti in ottone dorato. Il nuovo tabernacolo diventa così un ulteriore arredo prezioso del tempio del V secolo, appena restaurato con un intervento conservativo.
Sant'Antioco. Solenne celebrazione 13 novembre della ricorrenza della Dies Natalis: la terza festa annuale in onore di Sant'Antioco Martire.
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