Con l'arrivo giovedì scorso a Tratalias, nella sera della festività dell'Ascensione, del simulacro della Madonna di Monserrato; ha preso avvio nel piccolo centro del Sulcis la centenaria festa in onore della Madonna di Monserrato. La statua della Vergine avvolta nella sua tradizionale veste azzurra, ha fatto il suo ingresso nella piazza della basilica romanico pisana nel vecchio borgo medievale. Annunciata dal rombo del motore del trattore, che trasportava da Iglesias l'imponente statua, si è rinnovato come avviene da centinaia d'anni il rito antico e di fede e di pathos in onore della Regina del Sulcis che ogni anno ritorna a casa a ritrovare i sui figli. Come avviene infatti da più di cinquecento anni la Peregrinatio Mariae, un rito di devozione e di festa per tutta la comunità sulcitana, che avviene nella festività dell'Ascensione, la traslazione del simulacro della Madonna di Monserrato patrona di Tratalias e Regina del Sulcis dalla cattedrale di Iglesias, attraverso le decine di paesi che la dividono da Tratalias, a quella del piccola comunità del basso Sulcis. Così è avvenuto, non più costretta dalle restrizioni dovute alla pandemia anche quest'anno. Un cammino lungo
e spesso rallentato dai fedeli che a centinaia si sono assiepati lungo la strada e la sosta tradizionale a Flumentepido per la celebrazione di un Messa. A scortare l'ingresso del simulacro in piazza del vecchio borgo è stata una breve processione, annunciata dai tamburini e sbandieratori di Iglesias che hanno sostituito quest'anno la banda musicale. A rendere onore alla Patrona, le autorità civili religiose e militari e diversi sindaci dei paesi sulcitani che poi l'hanno seguita anche nella tradizionale processione del lunedì. All'arrivo in piazza la Vergine è stata salutata da una cascata pirotecnica di fuochi artificiali accesa, come tradizione, nella scalinata del sagrato dell'antica cattedrale in stile romanico pisano e da una breve omelia. Ad attenderla al suo arrivo nella piazza del vecchio borgo, dove quest'anno si è svolta l'intera festa, tanti fedeli che dopo anni di restrizioni, dovute alla pandemia, non sono voluti mancare all'appuntamento con la mamma celeste, che ogni anno ritorna a trovarli. Nei giorni seguenti le funzioni religiose sono state celebrate giornalmente in cattedrale sino a martedì quando la Madonna ha ripreso la strada per il ritorno ad Iglesias. Domenica la Santa Messa solenne è stata concelebrata dall'amministratore della Diocesi di Iglesias il cardinale Arrigo Miglio che non è voluto mancare all'appuntamento. Lunedì come da tradizione la giornata clou della sagra. La funzione sacra è stata concelebrata dall'attuale parroco don Francesco Mannu con molti sacerdoti del territorio, al cospetto di tanti fedeli che hanno gremito la chiesa, arricchita dai canti in limba della polifonica del paese Maria Munserrada. Ad accompagnare in processione il simulacro della Vergine nella sua veste azzurra con in braccio il bambino Gesù, adornata da ori e monili, il parroco e sacerdoti. A seguire il sindaco del Paese e diversi altri sindaci del territorio, autorità civili e militari e molti sacerdoti della diocesi. Il corteo, accompagnato dalla banda musicale di San Giovanni Suergiu, dalle launedas, dai tamburini e sbandieratori, da numerosi gruppi folk, cavalieri e amazzoni, ha attraversato tutte le vie principali del centro sulcitano che è stato come sempre gremito di fedeli provenienti da tutto il territorio che hanno atteso il passaggio del simulacro della Vergine ai bordi delle vie sino al ritorno nella trecentesca chiesa monumentale all'imbrunire con il sagrato e la chiesa sfavillante di luci come non mai. Domenica sera si è svolta invece, novità assoluta delle festa, una fiaccolata che portando in processione lo stendardo ed una grande foto della Vergine ha ricordato il 25/mo anniversario della consacrazione della parrocchia, attraversando le vie del nuovo borgo come avveniva gli scorsi anni con la processione domenicale. La festa è stata anche arricchita con celebrazioni civili che hanno allietato gli animi e reso più sentita la festa. La festa si è conclusa, come sempre martedì, con il rientro in cattedrale ad Iglesias del simulacro che ha percorso in senso inverso i centri di San Giovanni Suergiu, Carbonia, Flumentepido e Gonnesa. Paese dove il simulacro è stato ospitato nella chiesa parrocchiale, rinnovando altri festeggiamenti in suo onore, prima di riprendere il cammino verso la cattedrale ad Iglesias da quando il prossimo anno si rinnoverà la tradizionale traslazione. Soddisfatto il parroco don Francesco Mannu. < Sono felice per come si è svolta la festa per l'impegno dei fedeli e delle associazioni specialmente dal punto di vista religioso - spiega il parroco- che mi ha fatto sentire come a casa. Sono rimasto colpito dalla fede espressa non solo dalla cittadinanza - conclude don Mannu- ma da tutta la popolazione della diocesi specialmente dalla devozione e fede verso la Vergine espressa dagli anziani e dalle persone malate e sofferenti che ha reso particolarmente sentita la festa>. Un rito antico e carico di devozione e di religiosità che si ripete pressoché immutato dal 1503 quando la Diocesi, con sede a Tratalias, venne trasferita ad Iglesias al riparo dai pericoli dovuti alle continue incursioni nelle coste del sud ovest sardo dei pirati saraceni che in quegli anni con raid improvvisi sbarcavano sulle coste del Sulcis portando distruzione, dolore e malattie.